giovedì 31 dicembre 2009

...dopo gli auguri di Natale.....


Dopo gli auguri di Natale il mio desiderio più grande è quello che il 2010 porti a tutti noi ed ai nostri cari tutto il bene possibile. Un abbraccio sincero

mercoledì 30 dicembre 2009

Lodi, lodi, lodi!

Le esercitazioni, si sa, sono fatte per cercare di farsi trovare preparati per un eventuale veritiero intervento improvviso, anche se molte volte si fanno con una certa...ripugnanza. Quella del 29 u.s. è stata di quelle soddisfacenti, sia per noi personale esecutivo, sia per colui che ci guidava, si è creata da subito una coesione la quale ha dato luce ad una compattezza di plotone ed una sincronia nei movimenti, da far manifestare gli elogi anche da parte dell'olandese volante, (non è il DJ) mentre qualcun'altro, si limita ancora a redarguire il personale perchè l'esecuzione dell'avanti è esercitato con poca foga, per cui non incutiamo timore a nessuno...mha!?
Continuo ad esternare lodi a chi ha condotto il plotone, non perchè voglia conquistare la sua stima, ma perchè io, e non solo, abbiamo percepito da subito e concisamente quanto e quello che si doveva fare, è stato modesto nel farsi affiancare da un subalterno per meglio percepire quanto accadeva nelle altre zone, (anche perchè non si può guidare con il telefono in mano) si sentivano bene gli ordini impartiti, (con il megafono, mentre quanlcun'altro si sgola) ed in ultimo e non è poco, abbiamo ricevuto anche i ringraziamenti, bella esercitazione e come ha detto l'olandesone...ci siamo anche divertiti! cosa volete di più? vogliamo andare ancora a Peja! mhmhmhmhm! penso che qualcuno ne abbia abbastanza, dai su... ancora poco, stringiamo i denti.

lunedì 28 dicembre 2009

Un Racconto

Era una persona fedele e generosa con la sua famiglia e corretta nel rapporto con gli altri,

però non credeva che Dio si fosse fatto uomo come,
secondo quanto afferma la Chiesa, è successo a Natale.
Era troppo sincero per far vedere una fede che non aveva.
"Mi dispiace molto, disse una volta a sua moglie che era una credente molto fervorosa,
però non riesco a capire che Dio si sia fatto uomo; non ha senso per me."



Una notte di Natale, sua moglie e i figli andarono in chiesa per la messa di mezzanotte.
Lui non volle accompagnarli.
"Se venissi con voi mi sentirei un ipocrita.
Preferisco restare a casa.
Vi starò ad aspettare."
Poco dopo la famiglia uscì mentre iniziò a nevicare.
Si avvicinò alla finestra e vide come il vento soffiava sempre più forte.
"Se è Natale , pensò, meglio che sia bianco".
Tornò alla sua poltrona vicino al fuoco e cominciò a leggere un giornale.
Poco dopo venne interrotto da un rumore seguito da un altro e subito da altri.
Pensò che qualcuno stesse tirando delle palle di neve sulla finestra della sala da pranzo.
Uscì per andare a vedere e vide alcuni passerotti feriti, buttati sulla neve.
La tormenta li aveva colti di sorpresa e, per la disperazione di trovare un rifugio,
avevano cercato inutilmente di attraversare i vetri della finestra.
"Non posso permettere che queste povere creature muoiano di freddo... però come posso aiutarle?"
Pensò che la stalla dove si trovava il cavallo dei figli sarebbe stato un buon rifugio,
velocemente si mise la giacca, gli stivali di gomma e camminò sulla neve fino ad arrivare nella stalla,
spalancò le porte e accese la luce.
Però i passerotti non entrarono.
"Forse il cibo li attirerà," pensò.
Tornò a casa per prendere delle briciole di pane e le disseminò sulla neve facendo
un piccolo cammino fino alla stalla.
Si angustiò nel vedere che gli uccelli ignoravano le briciole
e continuavano a muovere le ali disperatamente sulla neve.
Cercò di spingerle in stalla camminando intorno a loro e agitando le braccia.
Si dispersero nelle diverse parti meno che verso il caldo e illuminato rifugio.
"Mi vedono come un estraneo che fa paura", pensò.
"Non mi viene in mente nulla perché possano fidarsi di me...
Se solo potessi trasformarmi in uccello per pochi minuti, forse riuscirei a salvarli!"
In quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare.
L'uomo restò immobile, in silenzio, ascoltando il suono gioioso che annunciava il Natale.
Allora si inginocchiò sulla neve:
"Ora si, ora capisco", sussurò.
"Signore, ora capisco.
Ora capisco perchè ti sei fatto uomo... "

Sono nato povero, dice Dio
perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato debole,
perchè tu non abbia mai paura di me.
Sono nato perseguitato,
perchè tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato per amore,
perchè non dubiti mai del mio amore.

CULTURA

La cultura è il sapere il conoscere, Non è mai tardi e non si è mai grandi nell'imparare. In questa missione ne abbiamo sentite di tutti i colori, viste di cotte e di crude. Allora perchè non rendere più divertente questo blog, partecipando tutti al pubblicare e commentare gli strafalcioni e gli orrori sentiti dai colleghi o chi per essi. Molte volte non capisco come mai si raccontano le barzellete sui carabinieri...mah. Voglio fare da apripista per una, spero lunga serie di errate espressioni orali e scritte. Spero vogliate tutti collaborare a rendere questo error lessic vocabolary ricco di castronerie, manca poco più di un mese per finire questa benedetta missione e allora buon divertimento:

-ABBIAMO RIMASTI IN POCHI A PARLARLO BENE LITAGLIANO;

- CHI PRIMA ARRIVA PRIMA E LI';

- AL CECCHINO (check in) DI TIRANIA.....MA DOVE SUL GRATTACIELO, NOOO ALL'AEROPORTO;

- C'E DA METTERSI LA TESTA SUI CAPELLI;

- TUTTI I NODI TORNANO LI;

- HO FATTO TANTE TRADUZIONI, CHE LINGUE CONOSCI?;

- SUL TELEFONINO MI SONO MESSO LE ..COME SI CHIAMANO...MMH, STANNO IN EGITTO, AH ADESSO RICORDO LE PALAFITTE (piramidi);

- COMPAGNIA AEREA AIRUAN (airone);

- ZENNER, BELARDI (zemmer, belardo);

- AFSTAN O LI' (Afghanistan);

- U PICCIRIDDU NO E' SERENO;

- SCUSI MARESCIA' SICCOME IO SONO PROPANO (profano);

- VIENI GUARDA E' CADENDO LA NEVE, E' INIZIANDO IL FREDDO;

- ADESSO CHE TI HO IMPARATO A GIOCARE;

- QUINDI TI ERO DICENDO;

-CONOSCIO UNA PESSONA MOTTO INPOTTANTE, CHE CONTA MOTTO, VUOI CHE CE LO DICO;

- QUANDO ERO PICCOLO TUTTI MI SCHERZAVANO, MA IO GIA GLIELO DETTO;

- NON CI TORNARE A TORNARE TORNA ( non rifarlo);

- MA PERCHE' NON GLI HAI MESSO LA ICHISI (x=pareggio) ALLA GLIUVENTUS;

sabato 26 dicembre 2009

Un Augurio




"I will honour Christmas in my heart, and try to keep it all the year" 
"Onorerò il Natale nel mio cuore e lo manterrò per l'anno intero" 
(C. Dickens, A Christmas Carol) 



E' la frase che dice il Sig. Scrooge alla fine del Libro Canto di Natale. 
Questo l'Augurio per questi giorni e l'anno che sta per iniziare.

è

Forse è una cosa banale o forse no, ma vorrei estendere a questo gruppo l'usanza di scambiarsi gli auguri..Buon Natale a tutti, sia quelli che hanno avuto la possibilità di passarlo in Italia con la famiglia sia quelli che sono rimasti qui in territorio Kosovaro.
Tanti auguri a tutti di nuovo!

venerdì 25 dicembre 2009

Omelia del Giorno di Natale


Nati e rinati

Carissimi Figli,
questa notte un grido è risuonato: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Questo è il messaggio del Natale, questo è quello che abbiamo, ascoltato nel Vangelo di questa notte, questo è quello che abbiamo visto, adorato e contemplato nella culla di Betlemme, abbiamo visto un Bambino, segno dell’amore e della tenerezza: è il Salvatore, annunciato da secoli nella Sacra Scrittura.
Il mondo ha proprio bisogno di un Salvatore perché coloro che ci si sono provati nella storia, hanno fatto un fiasco solenne.
Penso ai vari salvatori dell'umanità che abbiamo conosciuto. E' incredibile che l'umanità abbia potuto produrre uomini come Adolf Hitler e che un pazzo di quel calibro abbia potuto trascinare dietro di sè milioni di persone con l'idea di rigenerare tutta l’umanità.
E' impensabile come uomini dalla folle criminalità di Giuseppe Stalin possano non soltanto essere accolti ma addirittura celebrati come realizzatori della giustizia sociale frutto di una rivoluzione, voluta dal popolo.
Eppure ha prodotto milioni di morti nascosti in fosse comuni e distrutto interi paesi sotto il profilo umano, religioso, politico, economico e culturale. C'è proprio da stupirsi che questi due signori abbiano trovato anche in casa nostra chi li ha celebrati e seguiti.
Venendo a noi, ho visto personalmente i frutti della guerra nei paesi balcanici. Ancora fischiavano le fucilate quando andai a Sarajevo a far Pasqua, ero il segretario dell’Ordinario Militare, con i nostri soldati che erano accorsi là. Perché anche il Papa aveva gridato "fermateli, andate, fermateli!". Preso Milosevic si è visto che cosa aveva combinato e come difendeva il suo popolo. Anche là: fosse comuni, torture e miseria. L'Albania, poi, è stato il primo paese a dichiararsi ateo nella propria costituzione. E se ne sono viste le conseguenze. E anche qui in Kosovo, non sono mancati atti di violenza estrema e di odio profondo, ed è il motivo ancora della nostra presenza. E quante guerre e difficoltà, mancanze di rispetto ci sono ancora sul pianeta, dalla mancanza di attenzione ai più poveri, migliaia di Bambini muoiono di fame ogni giorno, alle guerre civili, all’odio dilagante in Oriente … la mancanza di rispetto per il pianeta sul quale viviamo … dove siamo, dov’è la nostra intelligenza, il nostro amore ?
Stando così le cose ci sorge una domanda, c'è ancora spazio per la speranza? O siamo in un mondo di pazzi che passano di follia in follia illudendosi di essere nella verità e nell'onestà?
Dio cosa pensa? Ha da dirci qualcosa?
Eccolo, puntuale come sempre, con la sua Parola. "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine". (Is. 9, 1-6)
Dio ci ripete che il Principe della pace a cui ispirarsi è già venuto, ma senza spada e senza eserciti armati con strumenti di violenza, ma con la forza dell'amore. Un esercito di crocifissi, non di crocifissori, come direbbe Papa Benedetto.
La pace dipende dalla adesione a Lui. Un'adesione personale che produrrà pace secondo gli spazi della nostra area di azione.
Il tuo spazio potrebbe essere quello della tua famiglia, della tua parentela, del tuo lavoro, della tua parrocchia in cui potresti dichiarare guerra e con le armi a disposizione, non fosse altro che con la lingua, rendere operativo un piano strategico preciso: far fuori almeno moralmente il nemico.
Ognuno è chiamato ad essere operatore di pace nel suo mondo. L'umanità è un corpo fatto di cellule. Ogni cellula deve restare in perfetta salute e collaborare con le altre al benessere di tutti.
La pace non si fonda né sui trattati né sugli armistizi, ma “sugli uomini di buona volontà”.
Quel “Bambino che è nato per noi” ci rinnova la sua proposta di pace anche quest'anno. Se gli obbediremo e “diventeremo come bambini” che non hanno un passato, che li appesantisce e li invecchia, ma solo guardano avanti per costruire un futuro secondo il Suo volere, faremo ancora una volta sentire all'umanità la gioia di rinascere, il profumo della culla.
Poveri di tutto, ma non miseri. Ci potrà mancare la comodità di una culla, ma non l’amore dei nostri genitori, possiamo fare a meno di tutto ma non della nostra mamma e del nostro papà e del loro amore che ci ha cresciuti.
Siate così per i vostri figli, siatelo per le persone che servite, siatelo come Carabinieri.
Il “Bambino di Betlemme” come direbbe San Francesco ci riscaldi il cuore e ci faccia essere veri costruttori di Pace.
BUON NATALE !

Omelia della Notte di NATALE




“Il Presepe: nasce per noi il Salvatore”

Carissimi,
inizio questa mia riflessione, citando le parole di San Francesco pronunciate la notte del 25 dicembre 1223 a Greccio, era la prima volta che veniva fatta una raffigurazione del presepe e da allora si sarebbe diffusa questa tradizione in tutto il mondo Cristiano.
Anche noi questa notte davanti a Gesù Bambino e al presepe della tradizione Napoletana, siamo come il poverello d’Assisi: abbiamo chiesto a degli amici di realizzare il presepe per aiutare la nostra fantasia ad entrare nel mistero della nascita del nostro Dio.
Così il primo biografo di San Francesco, il Beato Tommaso da Celano, anch’esso della famiglia francescana, ci riporta nella “Vita prima di San Francesco” (scritta tra il 1228 e il 1229) al capitolo XXX della prima parte quanto segue: C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello». Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.
Anche noi, senza nessuna pretesa di voler imitare, abbiamo chiesto ad alcuni nostri colleghi, di aiutarci a vivere bene il Natale riproponendo la scena della nascita a Betlemme con il presepe tradizionale e qui ne vedete uno, l’altro lo avete ammirato in mensa e rimaniamo stupidi e incantati di tanta bellezza che raffigurano la grandezza del mistero del Natale, attraverso le nostre capacità e la nostra devozione.
Continua, poi, il serafico Padre Francesco, durante la celebrazione della notte a Greccio:
Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.
In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.
Ecco, carissimi figli mie, Pristina, la nostra Base, questa notte sono diventati una nuova Betlemme.
E’ la Notte di Natale, e allora, vi invito a usare la vostra fantasia: PÈNSAtevi NELLA GROTTA di Betlemme, guardate tutto con la massima attenzione perché quello che vedete non è lì per caso ma perché è preparato da Dio e voluto da Dio.
Guardate soprattutto il Bambino. Chi è? “Egli è immagine del Dio invisibile,generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.
È Dio, facciamo un atto di fede e di adorazione.
È Dio che si è fatto uomo per essere “L'UOMO”, il modello unico dell'uomo e dell'umanità. Lui è la perfezione dell'uomo. Tutto quello che è, ha fatto, ha vissuto, lo ha fatto per essere nostro modello perché, seguendone le orme in tutto, raggiungessimo la perfezione. Allora “dimentico del passato e proteso verso il futuro” tenete lo sguardo fisso su Gesù. Ricordatelo! È il MODELLO, UNICO DELL'UOMO. L'umanità è perfetta nella misura che rassomiglia a Lui. L'uomo è uomo per quanto in lui c'è di Cristo.
Allora questa notte COMINCIAMO AD IMPARARE.
È un bambino.
Cosa imparare da un bambino? Proprio così. Dio non si è fatto bambino per insegnare ai bambini ma per insegnare a tutti che: “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Attenti a non uccidere il bambino che è in voi.
Cosa può insegnarci il bambino?
Il bambino non ha passato ma solo presente e futuro. Chi avvelena e rovina la nostra vita è il nostro passato. È proprio il passato che ci fa diventare vendicativi, gelosi, tristi, sfiduciati, delusi, in una parola “vecchi”. Il cristiano invece è colui che dimentica il passato ed è tutto proteso verso l'avvenire e il futuro, seminando speranza e fiducia. “Lasciate che i bambini vengano a me” dice il Signore.
E' POVERO.
Certamente, entrando nella grotta di Betlemme, la cosa che colpisce di più è la povertà. Nascere in una grotta ed avere come culla una mangiatoia non rappresenta sicuramente né comodità, nè igiene per un parto. Non lasciamoci però confondere dall'immagine. È comune pensare alla grotta di Betlemme come all'immagine della povertà mentre invece credo sia necessario riflettere per capire la differenza che c'è tra povertà e miseria.
Quanti bambini oggi nascono in una situazione peggiore di quella di Gesù! Penso a quelli che non vedono neppure la luce perché con l'aborto vengono uccisi ancora prima di nascere.
Sono sicuramente più poveri di Gesù.
Penso a coloro che nascono e appena nati vengono gettati, magari in un cassonetto della spazzatura o su un marciapiede.
Sono più poveri di Gesù.
Penso anche a quei bambini i cui genitori non vogliono riconoscerli. Ho conosciuto una donna che ha accettato di non abortire a condizione di non vedere il figlio. Queste considerazioni ci fanno aprire gli occhi su un fatto: Gesù è nato in una grotta ma con una stupenda famiglia che lo attendeva e lo ha accolto.
Cosa vuol insegnarci Gesù, allora, con questo?
Che si può fare a meno di tutto, meno che della famiglia. Mancare della famiglia non è povertà, che è un grande valore evangelico, ma miseria. E la miseria il Signore non la vuole.
Ci dice ancora che la famiglia è un diritto di tutti e se è un diritto è anche un dovere. Ogni sposa ha il dovere di dare una bella famiglia al suo sposo e viceversa. Entrambi hanno il dovere di dare una bella famiglia ai propri figli. E i figli hanno il dovere di dare una bella famiglia ai propri genitori, soprattutto quando sono anziani e malati. “Onora il padre e la madre” ci ha ordinato il Signore.
Ma allora: Gesù è povero? Certamente è povero e la povertà evangelica non è mancanza dell'essenziale, cosa che Dio non vuole.
Figli miei, da Betlemme appare l'essenzialità della famiglia che non deve mancare a nessuno.
In ogni uomo che nasce Dio rinnova la sua nascita. Dio si rende presente in ogni uomo che viene sulla terra.
Oggi, Gesù nasce in situazioni ancora peggiori di quella di Betlemme.
Nasce anche senza una famiglia, anche se magari in una clinica di gran lusso.
È ucciso con l'aborto ancor prima di nascere.
Oggi si approfitta dei bambini per prelevare gli organi, per soddisfare innominabili passioni.
Perché?
All'egoismo umano, sempre crescente, corrisponde una manifestazione di Dio fino alla miseria.
Dio umilia se stesso assumendo la condizione di aborto, di orfano bianco, di bambino abbandonato perché la concezione dell'uomo ha raggiunto questi abissi di miseria.
È lì che Gesù nasce e di lì ci redime.
Sono questi luoghi di sofferenza il nostro presepio di oggi. Lì è la nostra Betlemme.
Nasce a Betlemme senza una casa. Muore nudo su una croce. Ha detto che: “Gli uccelli hanno il loro nido e le volpi le loro tane, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”, eppure la dignità di Gesù era grande, il suo fascino irresistibile.
Da Gesù si impara la sobrieta' in tutto. Servirsi delle cose che ci servono, il resto è dei poveri. Francesco di Assisi era affascinato dalla povertà di Cristo tanto che Dante ce lo presenta come il grande cavaliere innamorato di Madonna Povertà. “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù”.
Gesù ci assicura che come non ci è mancata una culla per nascere non ci mancherà una croce per morire.
Cari amici, allora, in questa notte, in questo giorno, ripetiamo l’esperienza di San Francesco, lasciamoci coinvolgere da questo “Bambino di Betlemme” e impariamo a stupirci con gli occhi dei bambini di quello che ci circonda, solo così entreremo nel mistero del Santo Natale.
Quella famosa notte del 1223 a Greccio ci fu un fatto miracoloso, continua il biografo dicendo:
uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo.
Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.
E’ la notte di Natale, il nostro cuore e gonfio di commozione, la nostra mente sicuramente è a casa con i vostri bambini, le vostre spose, le persone che amate ma anche noi questa notte abbiamo ammirato una visione abbiamo assistito ad un grande prodigio: Gesù è nato nel nostro cuore, diventando ognuno di noi la grotta di Betlemme, la paglia dove far adagiare il Bambino.
Attraverso la nostra esistenza, il nostro cuore pieno d’amore e di pace la notte, questa notte risplende e fa luce in noi e attorno a noi.
Diventiamo allora le sentinelle della notte, essendo capaci di portare luce la dove c’è buio, amore, la dove c’è odio, speranza la dove c’è tristezza … questo è il nostro Natale, questa la nostra missione, questo il nostro compito, la nostra vocazione di Carabinieri e allora questa notte torniamo anche noi pieni di “ineffabile gioia” alla nostra vita, al nostro impegno, al nostro servizio.
Date e mandate un bacio questa notte alle persone che amate, dite è il bacio del “Bambino di Betlemme”, è la benedizione del Signore che attraverso il mio ministero vuole superare ogni confine e arrivare alle vostre famiglie, perché domani all’alba del “Die Nativitatis” sotto l’albero le vostre famiglie trovino questo prezioso regalo.
Buon Natale !

domenica 20 dicembre 2009

Gli AUGURI di NATALE del Cappellano con la sua "Lettera Aperta"

SANTO NATALE 2009



Carissimi Amici miei,
un Natale particolare il nostro quest’ anno, approfittiamo per concentrare la nostra attenzione sul vero senso del Natale, guadagniamoci in spirito, viviamolo uniti al Signore e in Lui saremo accanto alle persone che amiamo, perché Lui è l’Amore.


Quest' anno Natale è veramente indispensabile. E' necessario che il vero Dio riveli il suo vero volto: “Mostraci il tuo volto e noi saremo salvi”. Com'è Dio? Qual è il suo volto? Non è possibile rivendicare il volto di Dio per giustificare gli atti di violenza. È blasfemo pensare che Dio e la fede in Lui giustifichino le azioni di forza con cui viene difesa la religione. Il modo che ha scelto per venire tra noi parla chiaro. Dio si rivela bambino.
Il suo Natale non è una fase di passaggio della Sua vita che viene superata dall'età adulta. No. Natale è un assoluto di Dio che diventa un modello della vita del cristiano. “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Come nelle nostre chiese troneggia sempre il Crocifisso, modello di vita perché “chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”, così può esserci sempre l'immagine di Gesù Bambino che ci insegna lo stile della vita del cristiano. Lo stile con cui dobbiamo vivere tutti i misteri della vita. Avere dinanzi la Resurrezione, l'Ascensione di Gesù che vince sempre, anche la morte, potrebbe essere addirittura pericoloso se non avessimo presente anche il modo con cui il cristiano vive la vittoria su tutto:come un bambino. La forza cristiana così non diventerà mai violenza, il dolore porterà all'affidamento, ogni sofferenza educherà alla pazienza. Questo è il volto del vero Dio.
La vita è sempre lo scontro tra Davide e Golia e siamo continuamente tentati di rivestire le armi che Saul aveva offerto al giovane Davide. Invece siamo con Gesù figli di David e possiamo affrontare il gigante del mondo solo “nel nome del Dio di Israele”. Essere potenti, essere ricchi, essere temuti e rispettati, ovviamente tutto per poi fare il bene, per difendere i valori, per sconfiggere il male, è una tentazione continua che non corrisponde al volto del vero Dio. Tutti dobbiamo passare da Betlemme per imparare come si è cristiani. Natale è la prima festa dell'anno liturgico e non è permesso sorpassarla per diventare subito grandi.
Alla potenza del mondo Dio risponde con la povertà, alla sua arroganza con l'umiltà e ci invita a seguirlo confidando non nelle nostre forze ma nella sua potenza. Gesù viene come un Agnello in mezzo ai lupi. È la nostra identica situazione. Se siamo semplici come colombe e prudenti come serpenti scopriremo che spesso la potenza di questo mondo è di cartapesta o peggio ancora di celluloide che oggi c'è e domani no c'è più. Qualunque sia stata la nostra vita, le nostre scelte, i nostri gusti, Natale è l'occasione per rinascere, cioè ridiventare bambini senza passato ma soltanto presente e futuro. Buon Natale.


Pristina, 25 dicembre 2009
Solennità della Natività di Cristo


Vostro don Marco

sabato 19 dicembre 2009

BUON NATALE A TUTTI

CHE
NE DICI
SIGNORE,
SE IN QUESTO
NATALE FACCIO
UN BELL’ ALBERO
DENTRO IL MIO CUORE
E CI ATTACCO, INVECE DEI
REGALI I NOMI DI TUTTI I MIEI
AMICI .GLI AMICI LONTANI E VICINI.
GLI ANTICHI ED I NUOVI. QUELLI CHE
VEDO TUTTI I GIORNI E QUELLI CHE VEDO
DI RADO. QUELLI CHE RICORDO SEMPRE E
QUELLI CHE,ALLE VOLTE RESTANO DIMENTICATI.
QUELLI COSTANTI E QUELLI INTERMITTENTI QUELLI
DELLE ORE DIFFICILI E QUELLI DELLE ORE ALLEGRE
QUELLI CHE , SENZA VOLERLO HO FATTO SOFFRIRE .E
QUELLI CHE , SENZA VOLERLO , MI HANNO FATTO SOFFRIRE.
QUELLI CHE CONOSCO PROFONDAMENTE E QUELLI DEI QUALI
SOLO CONOSCO LE APPARENZE. QUELLI CHE MI DEVONO POCO
E QUELLI AI QUALI MOLTO DEVO . I MIEI AMICI SEMPLICI ED I MIEI
AMICI IMPORTANTI I NOMI DI TUTTI QUELLI CHE SONO GIA’ PASSATI
NELLA MIA VITA. UN ALBERO CON RADICI MOLTO PROFONDE, PERCHE’I LORO NOMI NON ESCANO MAI DAL MIO CUORE. DAI RAMI MOLTO GRANDI
PERCHE’ I NUOVI NOMI
VENUTI DA TUTTO IL
MONDO SI UNISCANO
AI GIA’ ESISTENTI CON
UN ’OMBRA MOLTO GRA-
DEVOLE PERCHE’ LA
NOSTRA AMICIZIA SIA
UN MOMENTO DI VERO
RIPOSO DURANTE LE
LOTTE DELLA VITA.
BUONE FESTE......

mercoledì 16 dicembre 2009

Maledetta carriera.

Le continue voci che si sentono un pò dappertutto, (in mensa, in palestra, in piazza Italia) ci dovrebbero far riflettere sullo stato d'animo di tutti noi, è vero, il Natale si avvicina, si fà sentire sempre più la mancanza dei nostri cari, lo stress ci avvinghia, facendoci esternare tutto quello che abbiamo dentro, stando sempre bene attenti a chi ci circonda, quasi a origliare con il collega di turno che ci conforta e asseconda il nostro sfogo.
Però, c'è chi non avverte la presenza a cui è diretto il proprio stato d'animo e libera, forse anche impulsivamente, quello che ha dentro, ecco che sorgono le discussioni i dissapori e purtroppo anche, i litigi, certo, ci aiutano a conoscerci meglio, non sempre sono controproducenti, ma forse dovremmo calibrare meglio il nostro istinto, avere più cortezza nell'esprimere i nostri screzi, evitando di incrinare i rapporti con colui che, dobbiamo condividere ancora dei giorni in questo luogo.
A tutto questo, si aggiungono i buoni propositi ma non concreti di chi governa, dei piccoli episodi i quali ti fanno imbestialire ancora maggiormente, ti fanno contorcere lo stomaco, facendoti appunto origliare con il collega, esternando il disprezzo verso colui che dovrebbe essere il nostro "in", di livello e grado superiore, il quale dovrebbe essere il migliore, per qualità, doti, ma soprattutto "valori" ...invece, è capace solo di: non rispondere mai al saluto; chiedere senza mai dare; imporre e non dimostrare; mancanza di stima verso il subalterno, pregi?... sicuramente ci sono e gli ha! ma non riesce a farseli scorgere...che sia timido? incapace di mostrarli? o forse veramente non ne ha! una cosa è certa, ed è capacissimo a farlo, mostrando tutto il suo intimo, (come quasi tutti) ne necessita ed è indispensabile, ma sembra inoltre che sia fondamentale per soddisfare e garantirsi la sopravvivenza...di cosa parlo? avanzamenti professionali, facendo di tutto per poterli ottenere per far fulgida quella maledetta carriera.

martedì 15 dicembre 2009

Cross du Batallon de Francais

Gli unici militari italiani che hanno partecipato alla competizione sportiva svoltasi domenica 06 dicembre 2009 in Mitrovica, hanno portato degni risultati in base. Merita apprezzamento lo spirito sportivo con il quale i due colleghi si sono prodigati nel partecipare alla gara in questione, nonostante le condizioni meteorologiche poco fovorevoli per l'evento. Hanno intrapreso lo spostamento verso il luogo di svolgimento dell'evento (Mitrovica, cittadina a nord di Pristina, Kosovo centrale) alle 07,30 circa, la competizione ha avuto inizio, alle 09,00 circa, in un percorso sviluppatosi per le vie del centro abitato, per circa 12 km.
Edizione voluta dai francesi per ricordare i primi dieci anni di permanenza in terra Kosovara, cosichè hanno ben pensato, di commemorarli con una competizione sportiva, dando la possibilità di partecipare ai vari contingenti presenti in questo luogo, come detto, gli unici partecipanti Italiani del contingente Eulex, sono stati il Brig. Vecchiarelli Rosino e l'App. Sc. Ranieri Giuseppe, i quali hanno ben figurato tra circa duecento partecipanti, portando a casa un secondo posto, complimenti ai due militi, per la partecipazione. e l'onore che hanno reso a questa Compagnia.

Ci siete?


Sono sicuro che, nonostante questo Blog abbia determinate impostazioni sulla possibilità di accesso, qualcosa sieste riusciti a vedere e magari avreste voluto commentare a qualche nostro post, ma per non ledere quella che è la privacy di chi vi ha dato l'opportunità di visitare il Blog di questa missione, avete preferito di...no, meglio non commentare. Qualsiasi sia stata la vostra opinione in merito, ci avrebbe fatto piacere sapere quale stato d'animo vi avvolge nel leggere o vedere i vostri cari nelle varie foto, ma ci teniamo questa curiosità, non vogliamo addentrarci nell'intimo del nucleo familiare.
Come state? tutto bene? noi qui, trascorriamo immense giornate, colme di attività le quali al nostro rientro ci sogneremmo di svolgere, certo, non sempre lavorare!? bisogna anche dedicarsi...al PC, ai vari svaghi della sala convegno, (calcio balilla, biliardo, ping pong ecc.) al fisico, con la palestra e la corsa, i giochi a carte (briscola, tresette, sono i più quotati e ancora, scacchi, dama) ma, udite udite, questo, non vel'aspettavate...la sauna!?, poteva mancare la sauna? noooooo! ecco, questi sono i vari svaghi quando siamo liberi dal servizio, quando non siamo ai Gate, alla Court House, e QRF varie, insomma, sicuramente queste cose dal Kosovo ci mancheranno, le porteremmo con noi e le ricorderemmo con un pizzico di nostalgia...accidentaccio!
Però...quello che compensa e che ci entusiasma, facendoci scavalcare momenti difficili, mettendo alla prova la nostra forza interiore, (i quali, in quest'ultmio periodo esistono) è, che finalmente rientriamo a casa, (ancora 40 giorni circa) almeno sino alla prossima partenza... chissà se ci sarà? i nostri familiari dopo aver letto queste due righe penso veramente che non siano acconsenzienti ad un'altra partenza, se non per motivi veramente e decisamente...drastici. Sono solo piccoli cenni delle nostre giornate tipo, ci sono anche momenti più tesi, i quali non voglio menzionare, ma sicuramente saranno meglio delucidati di persona da colui che, ha vissuto con la presenza fisica questa missione, per il momento accontentatevi di quanto avete letto e del contenuto di questo Blog.

una Confidenza dal mio DIARIO



Miei cari amici,

ero qui in Chiesa ha pregare e ho pensato di inviarvi questa e-mail con la quale vorrei parteciparvi qualche stralcio di una pagina del “mio diario”, che, ormai, da anni tengo per raccontare a me stesso la vita e per raccogliere emozioni e sensazioni, avvenimenti e fatti, idee e impressioni … che caratterizzano le mie giornate, la mia vita di uomo e di sacerdote.
Ci stiamo, velocemente avvicinando al S. Natale e sono in fase di confidenze, forse proprio perché è Natale e l'Amicizia ha il sopravvento su tutti i convenevoli, sopra tutti i nostri miseri limiti e difetti, sopra ogni cosa che accade e credo che i sentimenti debbano essere evidenti sempre se vogliamo vivere da protagonisti la nostra vita. Vi chiedo scusa se le idee forse vi risultano confuse e la lingua Italiana non è curata, ma è quello che esce dal cuore, prendetelo con semplicità e affetto.

…Ogni mattina vivo il mio Natale.

Ogni giorno, intorno alle cinque e trenta, mi sveglio e dopo un po’ di restauro per presentarmi, scendo nella nostra bella Chiesa per la preghiera. Mentre scendo mi soffermo sul terrazzo della palazzina e poi durante il breve tragitto verso la Chiesa ammiro tutto ciò che mi circonda, dal cielo, alle cose … a quell’ora non c’è ancora nessuno in giro e nella splendida solitudine della notte ormai al termine, rifletto sul giorno che sta per iniziare.
Ogni giorno lo spettacolo è diverso. Quando ci sono le nubi è fantastico. I colori del cielo cambiano ogni giorno. Il cielo, poi, è attraversato dai corvi che in formazione passano bassi quasi per salutarmi e farmi sentire che stanno celebrando le lodi, con la loro voce forte e continua. Mi unisco a loro col canto del “Benedictus”.
Ogni mattina è così!
Quando si vede nascere il giorno, si valorizza di più.
E' il Natale della natura!
E' Dio che ogni giorno genera la creazione e con la sua luce gli dà vita.
Quando è l’ora della S. Messa, è ormai giorno: è il trionfo della luce e della natura rigenerata.
Ogni giorno è Natale.
Ogni giorno è nuovo, Dio non si ripete.
Nonostante la cattiveria e l'egoismo degli uomini, Dio continua a dare la vita e a darla in abbondanza. Gli uomini gli gridano: “Basta. Siamo troppi. Il pianeta terra non potrà contenerci se continuiamo così”. E con questa motivazione gli uomini sopprimono la vita prendendo il loro egoismo come misura degli spazi da occupare. E Dio continua ogni giorno a dare il più efficace segno di speranza: la rinascita della natura e la nascita di uomini nuovi.
Ogni giorno ci dona il sole e i cristiani fin dall'inizio hanno sostituito la festa del sole con il Natale del Signore per indicare che “una nuova luce è sorta nel mondo” e la vera Luce è Cristo.
Cristo che nasce da il giusto colore a tutte le cose, come il sole, ma smaschera anche il male. “Questo Bambino sarà per la vita e la rovina di molti in Israele” disse alla Madonna il vecchio Simeone.
Il giorno è stupendo, eppure c'è chi ha paura del giorno. Così di Cristo. Eppure il Natale di Cristo è il più grande atto di amore che Dio ha fatto all' uomo. Dio si è fatto come noi. Ha voluto essere uno dei nostri perché a Lui piace l'uomo, ama l'umanità e col Natale di ogni anno ci riconferma questo amore ricordandoci che il sentirsi amati da Dio è la forza che fonda la vita di ogni creatura.
Dio si è fatto come noi per farci come Lui. Finalmente l'uomo ha la possibilità reale di diventare come Dio, accettando di essere amato da Lui, lasciandosi amare da Lui.
Sentirsi amati è tutto.
Ogni male deriva dal non essere amati.
Che la dichiarazione di amore che Dio ci rinnova col Natale del Suo Figlio ci renda più capaci di amare Colui che ogni giorno fa rinascere la natura e la rende sempre nuova.
Nessun giorno nasce vecchio.
Preghiamo il Signore perché faccia rinascere anche noi a quella novità di vita di cui ciascuno sente il bisogno. E che il mondo si accorga che i Cristiani sono rinati, che tutti percepiscano che il creato si rinnova, che i cristiani diventano uomini più veri, perché Dio si è fatto come noi….

Perdonate se vi ho annoiati con questa pagina confusa, ma credo molto che la possibilità di conoscerci dentro, nel profondo, ci dia l’opportunità di crescere come uomini e come cristiani.
Come vostro “Pastore”, ho il compito e l’obbligo di richiamare alla vostra attenzione l’autenticità dei gesti della vostra vita.
Ora se volete, rispondetemi pure via e mail o passate a trovarmi, sarà l’occasione, pure, di fare una bella Confessione e prepararsi a celebrare il Natale.

Con l’amicizia di cui sai
Tuo don Marco

I BRUTTOS



ERAVAMO COSI TANTO BELLI 5 MESI FA', IMMAGINATEVI COME SIAMO ADESSO.

domenica 13 dicembre 2009

MA I DIRIGENTI SBAGLIANO OGNI TANTO?

Si sa che i nostri "dirigenti" hanno sbagliato molto e a volte moltissimo e che continueranno a farlo. Il motivo è semplicissimo: essi sono costretti continuamente a prendere decisioni, ma per farlo hanno a disposizione il nostro stesso cervello (grammo più grammo meno) che è un organo meraviglioso e potentissimo, ma non è certamente la macchina razionale da calcolo che spesso tutti immaginiamo di possedere ( e sicuramente non sono pochi anni di studio a renderlo infallibile). Tantissimi studi hanno dimostrato che il nostro cervello - durante la sua evoluzione - ha accumulato un'infinità di cattive abitudini, di pericolose inclinazioni al pregiudizio, di scorciatoie mentali che lo rendono un eccezionale produttore di errori.A questi errori dobbiamo somnmare gli abbagli acusati non dall'evoluzione naturale bensì dai numerosi condizionamenti al suo corretto funzionamento che possono derivare dall'educazione o dal condizionamento sociale che inevitabilmente ciascuno di noi subisce.
Il cervello quindi sbaglia e sbaglia non occasionalmente.Basta questa semplice considerazione a rendere evidente quanto pericolosa sia l'ipotesi della "razionalità" nel comportamento del soggetto decisore che sorregge buona parte dei modelli di analisi ad oggi disponibili.
Quindi chi si trova concretamente a dover assumere decisioni è un essere umano con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti e, come tale, risulta molto distante dall'essere "razionale".
Eppure, tutti noi siamo, troppo spesso, vittime inconsapevoli di questa "razionalità" (un'illusione).
Si può affermare che l'ipotesi della razionalità risulta comune alla stragrande maggioranza delle persone e che molti di noi sono convinti che molte delle decisioni prese trovino fondamento nella razionalità. Non è così.
Emerge che, molte volte, chi prende decisioni crede siano giuste e ragionate "razionalmente" ma non è così. Possiamo parlare di razionalità limitata di alcuni soggetti che a causa dei limiti del loro sistema cognitivo compiono scelte sicuramente non ottimali e che il più delle volte risultano appena soddisfacenti.Queste carenze nelle scelte decisionali il più delle volte sono dettate dalla mancanza di informazioni che possono influenzare positivamente le decisioni stesse ed in alcuni casi la mancata considerazione di alcuni dati in possesso.
Peso importante va dato anche alla mancanza di raccolta delle informazioni per tramite un vettore semplicissimo che si identifica nel linguaggio, ovvero nell'assunzione di informazioni e di scambio di opinioni con il personale.Non parlare con il personale (od avvalersi di questo) contribuisce a causare una notevole mole di errori o quantomeno a formare ambiguità interpretative.
Tutto questo comporta inevitabilmente una serie di errori nella stragrande maggioranza delle decisiooni che vengono prese e non deve stupire il fatto che chi di professione è costretto ad operare scelte, in situazioni di evidente carenza "informativa", sbagli regolarmente.
Ciò che francamente appare inammissibile è l'incapacità sovente dimostrata da parte dei dirigenti di ammettere una parte, anche modesta, degli errori commessi.Per giustificare scelte evidentemente sbagliate o non ne parlano più oppure invocano spesso comode cause esterne o dettate "dall'alto".Tutto ciò è perfettamente umano ma impedisce di ritrarre l'unico vero vantaggio associato agli errori: l'apprendimento che da essi si può trarre.
Quindi se il dirigente fosse più umile, ascoltasse e parlasse di più, si fidasse di più, sfruttasse di più le doti e le esperienze del personale, probabilmente la limitatezza razionale verrebbe meno con guadagno di stima e collaborazione; sicuramente tutti ne gioverebbero in serenità (l'importanza della serenità per meglio operare è stata ribadita e scritta anche da un recentissino Comandante dell'Arma).
Insomma: bisogna fare i conti non solo con la fallibilità del cervello ma anche con tutti i fattori che l'agevolano.

o.w.

IL CAPO (ogni riferimento è puramente casuale!)

Il capo comanda, ordina e decide.
Il capo ha sempre ragione (sopratutto quando ha torto).
Il capo è giusto (sopratutto quando è parziale).
Il capo è democratico (sopratutto quando si impone).
Il capo è bello (sopratutto quando non vuole visto).
Il capo è simpatico (sopratutto quando ne parlano male).
Il capo è educato (sopratutto quando non risponde al saluto).
Il capo non sbaglia mai (sopratutto quando è presuntuoso).
Comunque sia il capo è sempre capo.

sabato 12 dicembre 2009

INIZIATIVA: UNA LUCE NELLA NOTTE



Carissimi,
vorrei proporvi una iniziativa: 


Si avvicina la NOTTE di NATALE, alcuni di noi rientreranno in Patria altri rimarranno qui,vorrei SUGGERIRVI, un semplice gesto che racchiude i grandi che  fate ogni giorno, dal servizio quotidiano del vostro lavoro, all’attenzione verso i vostri Colleghi, alla disponibilità a servire questo Popolo, alla partecipazione concreta per i nostri Orfani, all’educarci a non sprecare Cibo e a rispettare ogni Persona e ogni Attività… sono questi GESTI il cammino personale per prepararci, nel nostro cuore, ad accogliere il SIGNORE che NASCE.
La notte nella Bibbia ha un valore particolare perché rappresenta, con il suo silenzio e il suo mistero, l’azione salvifica di Dio. È infatti durante la notte che Dio compie i suoi più grandi prodigi in favore del suo popolo mentre l’uomo, colto dal sonno della sua ignoranza e del suo peccato, rimane all’oscuro dell’opera di Dio.
La notte di Natale rappresenta l’eco mirabile della notte pasquale; la luce che squarcia le tenebre di Betlemme è la luce gioiosa dell’amore di Dio che scende in mezzo a noi per rivelarsi ad ogni uomo, per piantare la sua tenda nel cuore del mondo. Il Natale unisce insieme il mistero e la gioia, il dolore del mondo in attesa di Cristo e la gloriosa rivelazione che il Signore fa risplendere con la sua discesa tra noi.
Ora vi invito a procurarvi un piccolo lume, candela, ecc… e la NOTTE di NATALE prima di venire alla S. Messa, o se decidete di non venire, verso le 23.00 accendetele e mettetele sulle vostre finestra, e chiedete che questo venga fatto anche a casa dalle vostre famiglie, sarà il segno che anche se lontani saremo vicini con gli stesi sentimenti di amore e pace e uniti da questo SEGNO vivremo la magia del NATALE con l’augurio che il nostro cuore sappia sempre stupirsi come il cuore di un bambino.


mercoledì 9 dicembre 2009

Divergenze

Divergere su determinati punti di vista penso sia lecito, esprimere la propria opinione su specifiche prese di posizione, è consentito dalla morale, non vedo perchè, ci si ostini ad usare la parola..."polemica" come capro espiatorio sulle conversazioni che sorgono tra di noi, è vero siamo in tanti ad esternare la propria opinione sulle decisioni prese da chi dirige e no, ma tali restano a mio modo di vedere. I lamenti, le lagne sono cose diverse dalla polemica o divergenza di opinione, dalla polemica, se è costruttiva, se ne può trarre vantaggio, farla giovare al fine cui è diretta.
Ma se qui comando io e quel che decido e dico non può subire variazioni, allora quello è un altro discorso, qui entriamo nei poteri decisionali di chi vuole imprimere la propria supremazia e preminenza, senza considerare che la comunità con cui si dovrebbe condividere il proprio io, ne schiva la sua presenza cercando in tutti i modi di evitarlo, prendendo in considerazione quello che indossa e non quello che c'è dentro, e, se si riesce a trovare le qualità nell'interiore di un individuo, be...viene facile a farsi anche una opinione di colui che, deve darci delle disposizioni, ordini, (che brutta parola) prendere decisioni le quali non sempre, vengono condivise da tutti, siccome... qui comando io! si fà come dico io!
La comunità acconsente, a malincuore asseconda e cede, accondiscende a quel che è... un ordine! ecco che entra in ballo la polemica, si discute non si conversa, ci si controbatte delle volte anche vivacemente, (come purtroppo anche in questo Blog stà accadendo) si creano discussioni animate, solo per il gusto di contraddire l'interlocutore, questa è polemica!
Le divergenze di opinione su determinate disposizioni, dal mio punto di vista, è un'altra cosa, ma non sono filosofo e non mi voglio addentrare in argomenti molto più complessi di quel che è il mio essere, per cui, penso che basti per avere innescato un'altra...polemica!?
Carissimi,condivido i complimenti per il Presepe e per l'impegno dei colleghi. Mi dispiace solo che ogni cosa sia occasione di polemica, questo non vi fa onore.
Bisognerebbe pensare prima di dire le cose se non si sanno, ma ormai è una guerra persa.
Da prete e amico vi consiglio di imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto e la vita vi sorriderà, siate uomini positivi, di unione e non prestatevi a polemiche vuote e sterili.
E' triste vedere persone che non sanno mai accontentarsi e gioire, ma solo vedere dei secondi fini a tutto.
Il Cristiano è colui che si fida di Dio e vive per lui servendo i fratelli nella gioia e nella positività.
Rileggete ogni tanto il Vangelo e fatevi contagiare da esso e non dalle polemiche.
Spero che il Natale che arriva vi aiuti a cambiare il cuore, questo cercherò di fare con le mie omelie e la mia presenza.
Buona giornata.

don Marco

martedì 8 dicembre 2009

Presepe


Non saprei come definire il capolavoro svolto da alcuni colleghi...ma si, forse capolavoro è il termine più appropriato per esprimere quanto di bello è stato creato, che ci fà ricordare che anche qui si sta avvicinando il Natale, infatti, oltre all'albero è stato messo in opera... Il Presepe, bellissima espressione artistica, composto con maestria, abilità nell'assemblare pezzo dopo pezzo, e quando venivano a mancare i pezzi...be, c'è stato l'ingegno che ha risolto la mancanza.
Bello... i termini di elogio si sprecano, c'è un piccolo neo, il quale rende oscuro questa opera d'arte, non da luce a quello che potrebbe essere...anzi a quello che è! il simbolo natalizio, peccato, veramente peccato che soli in pochi possano apprezzare le ore, i giorni dedicati dai quei bravi colleghi che, hanno rivolto tempo e cura, nel realizzare IL PRESEPE, scorgere anche nei minimi particolari, quanta premura e inventiva è stata posta, per far diventare reale l'idea, il progetto di chi ha prestato la propria opera, sono veramente dispiaciuto per quei colleghi, perché per poter notare, osservare e...sicuramente apprezzare la loro opera, bisogna recarsi in una zona, dove sembra sia diventata...tabu! per cui, esprimere elogi e giudizi è utopia, fatevene una ragione...affrontate quella che è ormai una zona demarcata, ne vale veramente la pena.

domenica 6 dicembre 2009

Programma delle prossime CELEBRAZIONI


Carissimi AMICI,
non scandalizzatevi mai delle incoerenze e dei limiti umani... la storia si ripete sempre, la forza sta dentro di te nelle tue scelte, nella tua formazione, in quello che sei veramente. La tua fede incondizionata e che non scende a compromessi ti aiuterà ad essere migliore di chi ti delude.

Ora mi permetto nel ricordarti domani la Solennità dell'IMMACOLATA, il programma per le prossime feste natalizie e che questa sera inizia il CORO per la Celebrazione della Notte di Natale.

Ti aspetto.
tuo don Marco

Martedì 8 Dicembre: Solennità Dell’Immacolata
S. Messa ore 10.30



Mercoledì 16 dicembre: Inizio della NOVENA di NATALE
S. Messe alle
ore 7.45 e alle ore 18.00 con breve riflessione sul Natale


Giovedì 24 dicembre: S. Messa della Notte
Ore 23.00


Venerdì 25 dicembre: S. Messa del NATALE del SIGNORE
Ore 10.30


Sabato 26 dicembre: S. Messa di S. Stefano
Ore 10.30


Domenica 27 dicembre: Festa della Sacra Famiglia
S. Messa ore 10.30 Celebreremo per tutte le nostre Famiglie


Giovedì 31 dicembre:S. Messa di Ringraziamento
Ore 18.00 Ringrazieremo Dio di questo anno


Venerdì 1 Gennaio 2010: Solennità della Madre di Dio
S. Messa per la Pace ore 10.30 ( iniziativa ormai decennale voluta dal Pontefice, pertanto pregheremo per la Pace e i suoi operatori in comunione con tutta la Chiesa)


Mercoledì 6 Gennaio: Solennità dell’Epifania
S. Messa ore 10.30

DELUSIONE

In questa missione, come nel percorso della vita pensiamo che alcune persone siano veramente "intelligenti", mentre la rimanenza sia falsamente "ignorante", a volte è il contrario. Capita spesso di confrontarsi per le varie idologie di pensiero e come è solito giudicare, immaginate voi come, quando la si pensa in maniera diversa dagli altri. Spesso e volentieri si va contro a chi pensa abbia più buon senso o sia più tranquillo, perchè stupidamente reputato più debole, altre volte non si esprime il proprio pensiero per il timore che le persone che ci circondano possano essere più forti di noi. Bisognerebbe capire che, chi ti manca di rispetto, o meglio chi manca in genere di rispetto è più forte o è più idiota di noi. Io penso e credo che sia più idiota e penso e credo che sia ancora peggio chi lo appoggia.
L'uomo in natura nasce e poi cresce con una testa , 2 braccia un busto e 2 gambe. Cosa centra questo? Voglio polemizzare ad ogni situazione contraria al rispetto della persona. Sono polemico perchè proteggo la mia dignità? o sei codardo perchè non affronti la mancanza di rispetto tua e degli altri all'atteggiamento non consono al proprio status? Mi dispiace ma la definizione di -polemico- devo correggerlo in -MI DIFENDO dagli attachi gratuiti-.
Bisogna farsi forza sulle proprie potenzialità non sulle probabili/possibili potenzialità di terzi, bisogna essere sempre obiettivi anche quando è sconveniente, bisogna cercare di essere giusti e corretti nel giudicare e comprendere le idee/pensieri altrui ed infine bisogna che tutti si facciano un esame di coscienza sperando di rendersi conto che chi appoggia l'ideologia malata di una persona non fa che alimentarne l'idiozia.
Scusate ma queste righe sono uno sfogo per un ennesima delusione.

venerdì 4 dicembre 2009

TRA UNA BRISCOLA E UNA RAKJIA

Uno dei passatempi per non annoiarsi è il giocare a carte, in particolare a briscola (ultimamente a preso piede il "tre sette a perdere" alias "traversone"). Non è stato semplice imparare, gli insegnamenti a volte erano cicchetti, ma come tutti dovrebbero sapere, il gioco delle carte è un gioco è tale deve rimanere. Si gioca in base, di servizio al Gate, alla Courte House ecc, vi è sempre un ritaglio della giornata per giocare a briscola. Che dire altro della briscola, a volte viaggia in concomitanza con la Rakjia. Hanno interessi diversi ma sono due passatempi. Forse il primo meno nocivo anche se inconsciamente non si riesce a staccarsi dal giocare, il secondo più pericoloso, in quanto a volte consciamente si esagera, causando senza dubbio e senza alcun pensiero un super lavoro del fegato, visto che si tratta di un distillato di prugne.
A volte la noia non fa pensare, nel momento non interessa l'esito positivo o negativo, ma il far passare il tempo. Non ho mai amato le carte eppure ci gioco sovente, non ho mai odiato la rakija eppure la bevo raramente, allora non pensiamo a quello che facciamo lasciamdoci trasportare dalle circostanze, che nel bene e nel male sono sempre esperienze, mah chissà.

Ri...peto.

E' con immenso piacere che voglio ulteriormente delucidarvi sui peti: sono conscio del fatto che oltre a sentirli, sia con effetto sonoro che con quello olfattivo, dobbiate anche leggere su questo fenomeno, però, considerato che io sono un ostinato riproduttore di gas intestinali, colgo l'occasione per mettervi a conoscenza delle varie tipologie di riproduzione di detti fenomeni, scusate, non vorrei sembravi sgradevole, nauseante o eccessivo, ma è solo per strappare una risata a questa missione, la quale sta diventando pesantina sotto certi aspetti, per cui, eccovi le varie tipologie di emanazione dei peti:

Vulgaris (normale): Scoreggia per ogni occasione, non particolarmente puzzolente, adatta per le passeggiate, non bisogna mollarla con grande rabbia o enfasi perchè può ingannare: da condividere con amici e parenti più stretti.
Salonis phoetida (pettaccio humilis): tipica in ambienti chiusi, motivata dalla assenza di desiderio di alzarsi e uscire per sganciarla da qualche altra parte:basta assumere un aria ingenua, alzare poco la gamba e guardare gli antestanti con malcelato disgusto in modo da deviare da sè i sospetti.
Cum tusse dissimulatae: scoreggia dissimulata con colpi di tosse:rientra tra le pericolose in quanto neccessita di appropriata spinta e buona coordinazione. Tipica negli uffici, bar, cinema, insomma ambienti affollati dove anche l'odore viene in fretta assimilato: un respiro a testa e la si fa fuori.
Humidis maculatae: Una delle peggiori: prende il nome dalle caratteristiche macchie che lascia sulle mutande. Complica terribilmente la vita in quanto bisogna cercare con urgenza un bidè per togliere le eccedenze e lavare i miseri resti. Rimane comunque mimetizzata sulle mutande molto scure.
Matutinis albae: Quale modo migliore per cominciare una giornata se non tirando una bella scoreggia al caldo delle lenzuola appena apriamo gli occhi? Vedrete con gioia il/la vostro/a compagno/a schizzare fuori dal letto con rapidità e agilità inaspettate per uno/a appena sveglio. Chiamato anche pettaccio egoistico perchè non c'è nessuno che lo voglia condividere con voi.
Humidae alonata: tipico nelle scuole, uffici, ambienti dove il deretano e costretto al costante contatto con la sedia.Lascia un alone nelle mutande, tanto più grande quanto più morbida è la sedia.
Deflagrantae vulcanica: Probabilmente la più temuta e odiata.Nel tirarla si prova una sensazione simile alla depilazione: è come se ci strapassero i peli del culo con la ceretta.Ascoltala e chiamala pure come ti pare.
Mentre si dividono in tre categorie e meritano una considerazione di tutto rispetto le scuregge silenziose:

Luffa: ancora percepibile se pur vagamente dall'orecchio umano è fortemente percepita dalle narici. Detta anche scoreggia del diavolo sia per l'odore dello zolfo che per la domanda: cosa diavolo hai mangiato?
Loffa: completamente silente suscita una vivace ondata di sdegnate proteste. Ideale sui tram, autobus, treni, metrò molto affollati. Ne bastano due per trovare posto a sedere.

Caloffa: silenziosissima e estremamente calda all'uscita, cosa che ne favorisce la rapida diffusione. Gli effetti sono terribili. Spesso neanche l'autore riesce a sopportarla. Tratto da: bastardi dentro

mercoledì 2 dicembre 2009

1° Dicembre 2009...

...be, la data non dovrebbe suggerirci niente, o comunque non ha un'importanza tanto sa suscitare in noi particolare interesse, forse qualcuno compie gli anni, o... magari è il suo onomastico, per cui la ricorda, ma si ferma al ricordo, sicuramente a livello Nazionale...no, sono sicuro! non ricorre alcuna festività, per cui per me e per la maggior parte dei componenti di questa Compagnia, non desta alcuna attenzione particolare.
Per un un reparto facente parte di questa missione, questa data ha sicuramente vitale importanza, tanto da chiedere o comunque avvalersi del privilegio di essere esonerati dalle capacità operative...già avete letto bene, dispensati dal lavorare, ora...l'enigma, non è tanto il fatto di giustificare l'assenza dal lavoro, ma chi ha chiesto di esserlo, soprattutto chi ha concesso questo onore, non lavorare...ma in Italia la Repubblica non è fondata sul lavoro? se non sbaglio è proprio il primo articolo della costituzione, probabilmente in altre nazioni il lavoro lo snobbano, proprio per festeggiare l'unificazione, già...in Romania si festeggia l'unificazione con la Transilvania. (ma non è una Repubblica anche la Romania? forse non è fondata sul lavoro!) Adesso si spiega il motivo per cui due squadre del nostro contingente sono dovute andare a coprire il turno 08,30/20,30 al Gate 1, e tutti gli altri imprevisti che ne sono derivati...perchè? perchè il popolo Rumeno, doveva festeggiare, perchè siamo qui per far festa! in un contesto, dove...certo non ci ammazziamo, ma siamo pur sempre in un territorio ostile e siamo qui per cercare di assicurare un minimo di protezione...i Rumeni cosa fanno?...festa, non lavorano!...mha!?

domenica 29 novembre 2009

A chi desidera conoscere CHI E' IL VERO DIO Qual'è il suo nome 4° e ultima Puntata


Carissimi,
oggi ho inviato a tutti l'ultima parte della mia "chiacchierata" con voi. Non so chi l'avrà letta, l'intenzione è offrire una lettura spirituale. Presi dalle "cose" della vita, talvolta ci dimentichiamo di noi stessi e del nostro rapporto con Dio. Buona Lettura
tuo don Marco


Amico Carissimo,
è l’ultima puntata della mia lettera iniziata a Settembre quando sono arrivato, non so se qualcuno l’avrà letta, ma l’intento era offrirvi, qualche cosa di spirituale da leggere.
Ora, stiamo per iniziare ormai al mese di Dicembre, e oggi abbiamo iniziato l’AVVENTO, tutto ci sta portando verso il mistero dell’Incarnazione, al Natale.
Per noi che siamo qui in “teatro” saranno giorni particolari, prepariamoci bene a vivere questo Natale. Abbiamo la fortuna di avere meno distrazioni, meno preoccupazioni di fare regali ecc.. viviamolo intensamente con autenticità.
Ora, riprendendo il discorso interrotto il mese scorso, continuo dicendo che personalmente ho molta facilità a pensare a Dio come Padre, perché ho avuto un grande maestro in questo: mio padre.
E’ un’ uomo semplice, dignitoso, riservato, consapevole della sua responsabilità, affettuoso ma …. Come un padre. Anche se ormai da molti anni sono lontano dalla casa Paterna, godo della sua presenza quelle volte che ritorno in famiglia. A lui debbo tutto: la mia vita, la fede, l’amore per Cristo, la fiducia incondizionata nella preghiera. I miei nipoti potrebbero descriverlo ancora meglio di me, perché come nonno è meglio ancora, davvero padre due volte. Un uomo dedito al suo lavoro e alla sua famiglia, e ad aiutare gli altri. Mi rivedo bambino accanto a lui a giocare…
Che volto ha Dio,m credo che abbia il volto dei nostri padri, delle nostre famiglie … penso che Dio sia come mio padre. Ha un progetto, un piano, un lavoro che manda avanti con infinita sapienza e pazienza; noi siamo i collaboratori di cui si serve per realizzare il suo piano. Solo l’uomo con la sua volontà può negarsi al piano di Dio, ma il disegno si compirà lo stesso perché “Dio sa scrivere diritto anche sulle righe storte”.
La vita ci insegna che Dio non ci rivela il suo piano, il modo con cui realizza la salvezza. Chi non crede parla di “destino”, di “Caso”, di “corso delle cose”. Gesù ci ha detto che è il Padre che sa tutto e che tutto governa con sapienza, bontà e giustizia infinita.
Dio non è un Padre lontano, impegnato in tante cose da non poter seguire personalmente i suoi figli. No. Dio è un Padre vicino, con cui possiamo parlare quando vogliamo, chiedere ciò che ci serve, vivere sempre in casa con Lui, essere ammessi alla sua intimità.
Gesù ce lo ha insegnato e mette sulle nostre labbra, recitandola insieme, la preghiera più semplice e più bella:
Padre nostro,
che sei nei cieli …
Ma forse è una preghiera troppo lunga. Basta ripetere la parola Abba, babbo, per avere la certezza di essere ascoltati e sentirsi sostenuti.
Si legge nei fioretti di San Francesco di Assisi, che una sera un frate si rivolse a S. Francesco per fare una gara: a chi avesse pregato di più. S. Francesco accettò la sfida e si misero d’accordo di pregare con il “Padre nostro”, quindi si ritirarono nelle proprie celle. Alle prime luci dell’alba, il giovane fraticello corse alla cella di San Francesco, felice e quasi certo della vittoria perché era stato sveglio tutta la notte ed era riuscito a recitare non so quante migliaia di Pater noster. “Beato te, fratello – gli rispose dolcemente S. Francesco - . Anch’io sono stato sveglio tutta la notte per pregare, ma non sono riuscito a terminate neppure un Padre nostro. Mi sono fermato infatti alla parola “Padre”!”.
Ripetere sempre “Padre, papà, babbo”, pensando a Dio è sicuramente la preghiera più semplice e più bella. E’ uno di quei monosillabi che arrivano diretti al cuore di Dio, che gode nel sentirsi chiamare “papà” dai propri figli.
Ricordo di aver chiesto, una volta, in un’incontro con un Muftì: come un mussulmano vive la sua intimità con Dio. Lui, scandalizzato, mi disse che stavo bestemmiando: “Dio non ammette nessuno alla sua intimità, a Lui si deve solo l’adorazione; noi siamo niente d’innanzi a Lui”. Fui molto stupito della sua fede, vera, sincera, ma non completa. Un giorno forse anche loro riusciranno a comprendere quanto Dio sia vicino ai suoi figli da poterlo chiamare Padre.
Così cari Amici, concludo e per Natale, vi farò arrivare una breve lettera di auguri. Pensare a un Dio, che si fa bambino, che ci offre la semplicità e la povertà di una culla ma non la miseria della mancanza di una famiglia, come bene primario di ogni persona. Ripensiamo alle nostre famiglie ai nostri genitori che ci hanno dato la vita ed educato alla fede e sarà per tutti un vero Natale.


Pristina, 30 Novembre 2009
Vostro don Marco

sabato 28 novembre 2009

Esercitazioni.



Dovendo affrontare situazioni in cui c'è bisogno di una determinata preparazione, fisica e mentale, necessita soprattutto esercitarsi, provare, ma soprattutto bisogna avere nervi saldi, la testa ben incollata al collo e prima di esternare l'ira, contare almeno sino a dieci, essere un pò più riflessivi e...perchè no, provare in prima persona al fine mostrare quanto si è capaci ad affrontare circostanze con determinazione e nel modo più adeguato.
Ebbene...accade che, farsi trovare pronti a fronteggiare un determinato numero di persone, le quali intenzioni, non sono quelle di stringerci la mano, ma di fracassarci di botte, be il nostro impeto si esalta, si carica, l'adrenalina sale, per cui assumiamo un atteggiamento differente da quello che è l'esercitazione, la quale bisogna comunque affrontare con determinazione ma non ci si esprime al massimo della concentrazione al fine di evitare...anche magre figure, può accadere...altrimenti a cosa servirebbero le esercitazioni, non per questo c'è il bisogno di mortificare, deridere, offendere e anche qualcos'altro i propri collaboratori.
Purtroppo l'impeto nelle esercitazioni a volte è forsennato, si imprime il senso della veridicità anche in normali addestramenti, i quali tali dovrebbero essere, mha?...ci sono circostanze che bisognerebbe lasciare spazio, più al nostro buon senso e restringere quello che è la foga, l'esaltarsi per...dimostrare, mettersi in luce, no... non credo siano stati questi motivi i quali ne hanno scaturito l'incidente al nostro Jimmy, purtroppo un banalissimo incidente, dal quale ne è derivato la frattura del malleolo o giù di li, buona guarigione Jimmy, ci mancherà sicuramente il tuo incoraggiare tutti noi, la tua esperienza e il tuo senso di adattamento, grazie di tutto.

martedì 24 novembre 2009

Peto!

Ormai ci stiamo abituando a certi rumori molesti, in bagno, (forse è il luogo dove è consentito) nei mezzi, nelle camere, ma se fosse per il fenomeno acustico, si poteva anche sorvolare, ciò che ci fà ribrezzo è il fetore, (certo che detto da uno che, emana gas intestinali frequentemente) a tal proposito se mi è consentito vorrei delucidare meglio sul fenomeno dell'emissione di gas intestinali, attraverso l'orifizio anale, meglio conosciuti come...scuregge, pirito, troddio: (nelle varie forme dialettali)
  • COSA CAUSA L'ODORE DEI PETI?
L'odore dei peti è causato da piccole quantità di solfuro di idrogeno e zolfo, (acido solforico) quanto più la nostra dieta è ricca di zolfo, più questi gas si producono nel nostro intestino, provocando così maggior fetore dei nostri peti.
Gli alimenti come la cipolla, cavolfiore, uova, sono noti per la produzione di peti puzzolenti.
  • PERCHE I PETI FANNO RUMORE?
I rumori sono causati dall'apertura anale, lo stesso dipende dalla velocità di espulsione del gas e da quanto è stretto lo sfintere anale, (quelli di un omosessuale non si sentono) in poche parole un culo più è stretto più fa rumore. Per questo, i peti a sorpresa, i quali rincresce farli silenziosi, esce rumoroso suscitando stupore a chi ti stà accanto (come se loro non ne avessero mai fatto uno)
  • QUANTO GAS PRODUCE UNA PERSONA?
Normalmente una persona, produce l'equivalente di un litro di peti al giorno (io forse un pò di più) distribuiti normalmente in 14 (qutoridici) peti giornalieri...è così e non negatelo!
  • QUANTO CI METTE UN PETO A GIUNGERE ALLE NARICI DI QUALCUNO?
Bisogna prendere in considerazione alcuni requisiti: le condizioni atmosferiche; umidità, velocità del vento, nonchè la distanza che c'è tra le persone, comunque i peti si disperdono, perdendo la sua potenzialità nauseabondo con la diluizione. C'è chi ha poteri anormali, come far sollevare le lenzuola del letto, in realtà è solo un peto talmente potente, preludio al divorzio, per aver tentato di asfissiare la consorte...pensateci, magari non sono i peggiori? sicuramente i più difficili da disperdere e i più collosi!
Esistono condizioni eccezionali, quando un peto viene erogato in un'area, piccola, chiusa, come potrebbe essere un ascensore, una piccola stanza (tipo le stanze del corimec) o in auto, queste condizioni limitano la quantità disponibile di aria, cosichè il peto va a soffermarsi e concentrarsi permettendo la sua percezione per più tempo, sino a che si condensa sulle pareti.
  • ALCUNE PERSONE NON PETANO MAI?
No! Se un individuo è vivo, PETA, sicuro, non ci sono eccezioni ne miracoli! Ci sono persone che, e questo è comprovato, petano per ore anche dopo morti.
  • GLI UOMINI PETANO PIU' DELLE DONNE?
Niente di più falso! Le donne petano tanto quanto gli uomini, il fatto è che gli uomini hanno meno vergogna delle donne; al contrario, in certe circostanze è un orgoglio scoreggiare più sonoramente, più volte e con maggiore puzza di altre.
  • IL PETO E' UN RUTTO CHE ESCE DAL LATO SBAGLIATO?
No! La frase "il rutto è un peto che prende l'ascensore" è puro folklore. Il rutto proviene dallo stomaco e ha una composizione chimica differente dal peto, i peti hanno meno aria atmosferica e più gas prodotto dai batteri.
  • DOVE VANNO I PETI CHE TRATTENIAMO?
Quante volte uno trattiene i peti (non è il mio caso e forse anche di qualcun'altro) pretendendo di lasciarlo fuoriuscire alla prima favorevole occasione, però scopre che ormai si è dissolto?
In realtà è uscito lentamente, senza che il soggetto si sia reso conto?
E' stato assorbito dalla corrente sanguinea?
O... cosa succede veramente?
I medici, e sono tutti d'accordo sul fatto che il peto non è stato liberato ne assorbito, semplicemente è ritornato negli intestini ed esce subito. Questo conferma di fatto che i piriti, non si disperdono ne si assorbono...dimorano e basta.
  • GLI ALTRI SENTONO L'ODORE PIU' DI CHI LO COMPIE?
Il peto in realtà dovrebbe puzzare tanto per chi lo emette, che per le altre persone, però chi lo fa, ha il vantaggio per il fatto di averlo emesso, lontano dal suo corpo e dalle sue narici. Invece scoreggiare contro vento, annulla questo vantaggio.

Interessante? fattemi sapere!

lunedì 23 novembre 2009

UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA



Una presentazione di Ordine Pubblico di benvenuto all'olandese Capo della Polizia Eulex se non ricordo male Generale Smith al suo arrivo presso la Base MSU Carabinieri di Pristina.


A San Piero a Grado nelle lezioni di O.P. ricordo due tipi di folla quella fisica e quella psicologica, quest'ultima si suddivide in pacifica, spaventata ed in tumulto.


I fattori che riducono o rafforzano il legame tra gli atteggiamenti ed il comportamento conseguente sono:




  1. Il contesto;


  2. l'intervallo di tempo tra l'assunzione dell'atteggiamento e la registrazione del comportamento;


  3. la sicurezza dell'atteggiamento, che quanto più è ancorato all'esperienza del gruppo o degli individui, tanto meno è sensibile al cambiamento.

Ciò premesso guardatevi il filmato creato e montato dall'Appuntato Leta Luciano, buona visione.


CULTURA RELIGIOSA: Un po di Storia del tempo che stiamo per iniziare

Carissimi AMICI,
dopo la celebrazione della Virgo Fidelis, e vi ringrazio della vostra partecipazione, domenica prossima inizia il tempo di AVVENTO, che ci porterà alle celebrazionid del S. Natale.
Qui voglio darvi alcune notizie riguardo questo periodo, per arricchire il vostro bagaglio religioso/culturale.
Buona Lettura

vostro don Marco

La storia



Nel tempo in cui incomincia a determinarsi l'esigenza di un periodo di preparazione alle feste della manifestazione del Signore, la Chiesa aveva già fissato le modalità di preparazione alle feste pasquali. Nel IV secolo il tempo pasquale e quaresimale avevano già assunto una configurazione vicinissima a quella attuale.

L'origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale.

Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo. Senz'altro non desta meraviglia il fatto che l'Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nel 380 il concilio di Saragozza impose la partecipazione continua dei fedeli agli incontri comunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio.

In seguito verranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie. In questo periodo, come in quaresima, alcuni giorni vengono caratterizzati dal digiuno. Tale arco di tempo fu chiamato "quaresima di s. Martino", poiché il digiuno iniziava l'11 novembre. Di ciò è testimone s. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo.

Significato Teologico

La teologia dell'Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine "adventus" (= venuta, arrivo) si è inteso indicare l'anniversario della prima venuta del Signore; d'altra parte designa la seconda venuta alla fine dei tempi.

Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.