CHE
NE DICI
SIGNORE,
SE IN QUESTO
NATALE FACCIO
UN BELL’ ALBERO
DENTRO IL MIO CUORE
E CI ATTACCO, INVECE DEI
REGALI I NOMI DI TUTTI I MIEI
AMICI .GLI AMICI LONTANI E VICINI.
GLI ANTICHI ED I NUOVI. QUELLI CHE
VEDO TUTTI I GIORNI E QUELLI CHE VEDO
DI RADO. QUELLI CHE RICORDO SEMPRE E
QUELLI CHE,ALLE VOLTE RESTANO DIMENTICATI.
QUELLI COSTANTI E QUELLI INTERMITTENTI QUELLI
DELLE ORE DIFFICILI E QUELLI DELLE ORE ALLEGRE
QUELLI CHE , SENZA VOLERLO HO FATTO SOFFRIRE .E
QUELLI CHE , SENZA VOLERLO , MI HANNO FATTO SOFFRIRE.
QUELLI CHE CONOSCO PROFONDAMENTE E QUELLI DEI QUALI
SOLO CONOSCO LE APPARENZE. QUELLI CHE MI DEVONO POCO
E QUELLI AI QUALI MOLTO DEVO . I MIEI AMICI SEMPLICI ED I MIEI
AMICI IMPORTANTI I NOMI DI TUTTI QUELLI CHE SONO GIA’ PASSATI
NELLA MIA VITA. UN ALBERO CON RADICI MOLTO PROFONDE, PERCHE’I LORO NOMI NON ESCANO MAI DAL MIO CUORE. DAI RAMI MOLTO GRANDI
PERCHE’ I NUOVI NOMI
VENUTI DA TUTTO IL
MONDO SI UNISCANO
AI GIA’ ESISTENTI CON
UN ’OMBRA MOLTO GRA-
DEVOLE PERCHE’ LA
NOSTRA AMICIZIA SIA
UN MOMENTO DI VERO
RIPOSO DURANTE LE
LOTTE DELLA VITA.
BUONE FESTE......
sabato 19 dicembre 2009
mercoledì 16 dicembre 2009
Maledetta carriera.
Le continue voci che si sentono un pò dappertutto, (in mensa, in palestra, in piazza Italia) ci dovrebbero far riflettere sullo stato d'animo di tutti noi, è vero, il Natale si avvicina, si fà sentire sempre più la mancanza dei nostri cari, lo stress ci avvinghia, facendoci esternare tutto quello che abbiamo dentro, stando sempre bene attenti a chi ci circonda, quasi a origliare con il collega di turno che ci conforta e asseconda il nostro sfogo.
Però, c'è chi non avverte la presenza a cui è diretto il proprio stato d'animo e libera, forse anche impulsivamente, quello che ha dentro, ecco che sorgono le discussioni i dissapori e purtroppo anche, i litigi, certo, ci aiutano a conoscerci meglio, non sempre sono controproducenti, ma forse dovremmo calibrare meglio il nostro istinto, avere più cortezza nell'esprimere i nostri screzi, evitando di incrinare i rapporti con colui che, dobbiamo condividere ancora dei giorni in questo luogo.
A tutto questo, si aggiungono i buoni propositi ma non concreti di chi governa, dei piccoli episodi i quali ti fanno imbestialire ancora maggiormente, ti fanno contorcere lo stomaco, facendoti appunto origliare con il collega, esternando il disprezzo verso colui che dovrebbe essere il nostro "in", di livello e grado superiore, il quale dovrebbe essere il migliore, per qualità, doti, ma soprattutto "valori" ...invece, è capace solo di: non rispondere mai al saluto; chiedere senza mai dare; imporre e non dimostrare; mancanza di stima verso il subalterno, pregi?... sicuramente ci sono e gli ha! ma non riesce a farseli scorgere...che sia timido? incapace di mostrarli? o forse veramente non ne ha! una cosa è certa, ed è capacissimo a farlo, mostrando tutto il suo intimo, (come quasi tutti) ne necessita ed è indispensabile, ma sembra inoltre che sia fondamentale per soddisfare e garantirsi la sopravvivenza...di cosa parlo? avanzamenti professionali, facendo di tutto per poterli ottenere per far fulgida quella maledetta carriera.
martedì 15 dicembre 2009
Cross du Batallon de Francais
Gli unici militari italiani che hanno partecipato alla competizione sportiva svoltasi domenica 06 dicembre 2009 in Mitrovica, hanno portato degni risultati in base. Merita apprezzamento lo spirito sportivo con il quale i due colleghi si sono prodigati nel partecipare alla gara in questione, nonostante le condizioni meteorologiche poco fovorevoli per l'evento. Hanno intrapreso lo spostamento verso il luogo di svolgimento dell'evento (Mitrovica, cittadina a nord di Pristina, Kosovo centrale) alle 07,30 circa, la competizione ha avuto inizio, alle 09,00 circa, in un percorso sviluppatosi per le vie del centro abitato, per circa 12 km.
Edizione voluta dai francesi per ricordare i primi dieci anni di permanenza in terra Kosovara, cosichè hanno ben pensato, di commemorarli con una competizione sportiva, dando la possibilità di partecipare ai vari contingenti presenti in questo luogo, come detto, gli unici partecipanti Italiani del contingente Eulex, sono stati il Brig. Vecchiarelli Rosino e l'App. Sc. Ranieri Giuseppe, i quali hanno ben figurato tra circa duecento partecipanti, portando a casa un secondo posto, complimenti ai due militi, per la partecipazione. e l'onore che hanno reso a questa Compagnia.
Ci siete?
Sono sicuro che, nonostante questo Blog abbia determinate impostazioni sulla possibilità di accesso, qualcosa sieste riusciti a vedere e magari avreste voluto commentare a qualche nostro post, ma per non ledere quella che è la privacy di chi vi ha dato l'opportunità di visitare il Blog di questa missione, avete preferito di...no, meglio non commentare. Qualsiasi sia stata la vostra opinione in merito, ci avrebbe fatto piacere sapere quale stato d'animo vi avvolge nel leggere o vedere i vostri cari nelle varie foto, ma ci teniamo questa curiosità, non vogliamo addentrarci nell'intimo del nucleo familiare.
Come state? tutto bene? noi qui, trascorriamo immense giornate, colme di attività le quali al nostro rientro ci sogneremmo di svolgere, certo, non sempre lavorare!? bisogna anche dedicarsi...al PC, ai vari svaghi della sala convegno, (calcio balilla, biliardo, ping pong ecc.) al fisico, con la palestra e la corsa, i giochi a carte (briscola, tresette, sono i più quotati e ancora, scacchi, dama) ma, udite udite, questo, non vel'aspettavate...la sauna!?, poteva mancare la sauna? noooooo! ecco, questi sono i vari svaghi quando siamo liberi dal servizio, quando non siamo ai Gate, alla Court House, e QRF varie, insomma, sicuramente queste cose dal Kosovo ci mancheranno, le porteremmo con noi e le ricorderemmo con un pizzico di nostalgia...accidentaccio!
Però...quello che compensa e che ci entusiasma, facendoci scavalcare momenti difficili, mettendo alla prova la nostra forza interiore, (i quali, in quest'ultmio periodo esistono) è, che finalmente rientriamo a casa, (ancora 40 giorni circa) almeno sino alla prossima partenza... chissà se ci sarà? i nostri familiari dopo aver letto queste due righe penso veramente che non siano acconsenzienti ad un'altra partenza, se non per motivi veramente e decisamente...drastici. Sono solo piccoli cenni delle nostre giornate tipo, ci sono anche momenti più tesi, i quali non voglio menzionare, ma sicuramente saranno meglio delucidati di persona da colui che, ha vissuto con la presenza fisica questa missione, per il momento accontentatevi di quanto avete letto e del contenuto di questo Blog.
una Confidenza dal mio DIARIO
Miei cari amici,
ero qui in Chiesa ha pregare e ho pensato di inviarvi questa e-mail con la quale vorrei parteciparvi qualche stralcio di una pagina del “mio diario”, che, ormai, da anni tengo per raccontare a me stesso la vita e per raccogliere emozioni e sensazioni, avvenimenti e fatti, idee e impressioni … che caratterizzano le mie giornate, la mia vita di uomo e di sacerdote.
Ci stiamo, velocemente avvicinando al S. Natale e sono in fase di confidenze, forse proprio perché è Natale e l'Amicizia ha il sopravvento su tutti i convenevoli, sopra tutti i nostri miseri limiti e difetti, sopra ogni cosa che accade e credo che i sentimenti debbano essere evidenti sempre se vogliamo vivere da protagonisti la nostra vita. Vi chiedo scusa se le idee forse vi risultano confuse e la lingua Italiana non è curata, ma è quello che esce dal cuore, prendetelo con semplicità e affetto.
…Ogni mattina vivo il mio Natale.
Ogni giorno, intorno alle cinque e trenta, mi sveglio e dopo un po’ di restauro per presentarmi, scendo nella nostra bella Chiesa per la preghiera. Mentre scendo mi soffermo sul terrazzo della palazzina e poi durante il breve tragitto verso la Chiesa ammiro tutto ciò che mi circonda, dal cielo, alle cose … a quell’ora non c’è ancora nessuno in giro e nella splendida solitudine della notte ormai al termine, rifletto sul giorno che sta per iniziare.
Ogni giorno lo spettacolo è diverso. Quando ci sono le nubi è fantastico. I colori del cielo cambiano ogni giorno. Il cielo, poi, è attraversato dai corvi che in formazione passano bassi quasi per salutarmi e farmi sentire che stanno celebrando le lodi, con la loro voce forte e continua. Mi unisco a loro col canto del “Benedictus”.
Ogni mattina è così!
Quando si vede nascere il giorno, si valorizza di più.
E' il Natale della natura!
E' Dio che ogni giorno genera la creazione e con la sua luce gli dà vita.
Quando è l’ora della S. Messa, è ormai giorno: è il trionfo della luce e della natura rigenerata.
Ogni giorno è Natale.
Ogni giorno è nuovo, Dio non si ripete.
Nonostante la cattiveria e l'egoismo degli uomini, Dio continua a dare la vita e a darla in abbondanza. Gli uomini gli gridano: “Basta. Siamo troppi. Il pianeta terra non potrà contenerci se continuiamo così”. E con questa motivazione gli uomini sopprimono la vita prendendo il loro egoismo come misura degli spazi da occupare. E Dio continua ogni giorno a dare il più efficace segno di speranza: la rinascita della natura e la nascita di uomini nuovi.
Ogni giorno ci dona il sole e i cristiani fin dall'inizio hanno sostituito la festa del sole con il Natale del Signore per indicare che “una nuova luce è sorta nel mondo” e la vera Luce è Cristo.
Cristo che nasce da il giusto colore a tutte le cose, come il sole, ma smaschera anche il male. “Questo Bambino sarà per la vita e la rovina di molti in Israele” disse alla Madonna il vecchio Simeone.
Il giorno è stupendo, eppure c'è chi ha paura del giorno. Così di Cristo. Eppure il Natale di Cristo è il più grande atto di amore che Dio ha fatto all' uomo. Dio si è fatto come noi. Ha voluto essere uno dei nostri perché a Lui piace l'uomo, ama l'umanità e col Natale di ogni anno ci riconferma questo amore ricordandoci che il sentirsi amati da Dio è la forza che fonda la vita di ogni creatura.
Dio si è fatto come noi per farci come Lui. Finalmente l'uomo ha la possibilità reale di diventare come Dio, accettando di essere amato da Lui, lasciandosi amare da Lui.
Sentirsi amati è tutto.
Ogni male deriva dal non essere amati.
Che la dichiarazione di amore che Dio ci rinnova col Natale del Suo Figlio ci renda più capaci di amare Colui che ogni giorno fa rinascere la natura e la rende sempre nuova.
Nessun giorno nasce vecchio.
Preghiamo il Signore perché faccia rinascere anche noi a quella novità di vita di cui ciascuno sente il bisogno. E che il mondo si accorga che i Cristiani sono rinati, che tutti percepiscano che il creato si rinnova, che i cristiani diventano uomini più veri, perché Dio si è fatto come noi….
Perdonate se vi ho annoiati con questa pagina confusa, ma credo molto che la possibilità di conoscerci dentro, nel profondo, ci dia l’opportunità di crescere come uomini e come cristiani.
Come vostro “Pastore”, ho il compito e l’obbligo di richiamare alla vostra attenzione l’autenticità dei gesti della vostra vita.
Ora se volete, rispondetemi pure via e mail o passate a trovarmi, sarà l’occasione, pure, di fare una bella Confessione e prepararsi a celebrare il Natale.
Con l’amicizia di cui sai
Tuo don Marco
domenica 13 dicembre 2009
MA I DIRIGENTI SBAGLIANO OGNI TANTO?
Si sa che i nostri "dirigenti" hanno sbagliato molto e a volte moltissimo e che continueranno a farlo. Il motivo è semplicissimo: essi sono costretti continuamente a prendere decisioni, ma per farlo hanno a disposizione il nostro stesso cervello (grammo più grammo meno) che è un organo meraviglioso e potentissimo, ma non è certamente la macchina razionale da calcolo che spesso tutti immaginiamo di possedere ( e sicuramente non sono pochi anni di studio a renderlo infallibile). Tantissimi studi hanno dimostrato che il nostro cervello - durante la sua evoluzione - ha accumulato un'infinità di cattive abitudini, di pericolose inclinazioni al pregiudizio, di scorciatoie mentali che lo rendono un eccezionale produttore di errori.A questi errori dobbiamo somnmare gli abbagli acusati non dall'evoluzione naturale bensì dai numerosi condizionamenti al suo corretto funzionamento che possono derivare dall'educazione o dal condizionamento sociale che inevitabilmente ciascuno di noi subisce.
Il cervello quindi sbaglia e sbaglia non occasionalmente.Basta questa semplice considerazione a rendere evidente quanto pericolosa sia l'ipotesi della "razionalità" nel comportamento del soggetto decisore che sorregge buona parte dei modelli di analisi ad oggi disponibili.
Quindi chi si trova concretamente a dover assumere decisioni è un essere umano con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti e, come tale, risulta molto distante dall'essere "razionale".
Eppure, tutti noi siamo, troppo spesso, vittime inconsapevoli di questa "razionalità" (un'illusione).
Si può affermare che l'ipotesi della razionalità risulta comune alla stragrande maggioranza delle persone e che molti di noi sono convinti che molte delle decisioni prese trovino fondamento nella razionalità. Non è così.
Emerge che, molte volte, chi prende decisioni crede siano giuste e ragionate "razionalmente" ma non è così. Possiamo parlare di razionalità limitata di alcuni soggetti che a causa dei limiti del loro sistema cognitivo compiono scelte sicuramente non ottimali e che il più delle volte risultano appena soddisfacenti.Queste carenze nelle scelte decisionali il più delle volte sono dettate dalla mancanza di informazioni che possono influenzare positivamente le decisioni stesse ed in alcuni casi la mancata considerazione di alcuni dati in possesso.
Peso importante va dato anche alla mancanza di raccolta delle informazioni per tramite un vettore semplicissimo che si identifica nel linguaggio, ovvero nell'assunzione di informazioni e di scambio di opinioni con il personale.Non parlare con il personale (od avvalersi di questo) contribuisce a causare una notevole mole di errori o quantomeno a formare ambiguità interpretative.
Tutto questo comporta inevitabilmente una serie di errori nella stragrande maggioranza delle decisiooni che vengono prese e non deve stupire il fatto che chi di professione è costretto ad operare scelte, in situazioni di evidente carenza "informativa", sbagli regolarmente.
Ciò che francamente appare inammissibile è l'incapacità sovente dimostrata da parte dei dirigenti di ammettere una parte, anche modesta, degli errori commessi.Per giustificare scelte evidentemente sbagliate o non ne parlano più oppure invocano spesso comode cause esterne o dettate "dall'alto".Tutto ciò è perfettamente umano ma impedisce di ritrarre l'unico vero vantaggio associato agli errori: l'apprendimento che da essi si può trarre.
Quindi se il dirigente fosse più umile, ascoltasse e parlasse di più, si fidasse di più, sfruttasse di più le doti e le esperienze del personale, probabilmente la limitatezza razionale verrebbe meno con guadagno di stima e collaborazione; sicuramente tutti ne gioverebbero in serenità (l'importanza della serenità per meglio operare è stata ribadita e scritta anche da un recentissino Comandante dell'Arma).
Insomma: bisogna fare i conti non solo con la fallibilità del cervello ma anche con tutti i fattori che l'agevolano.
o.w.
Il cervello quindi sbaglia e sbaglia non occasionalmente.Basta questa semplice considerazione a rendere evidente quanto pericolosa sia l'ipotesi della "razionalità" nel comportamento del soggetto decisore che sorregge buona parte dei modelli di analisi ad oggi disponibili.
Quindi chi si trova concretamente a dover assumere decisioni è un essere umano con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti e, come tale, risulta molto distante dall'essere "razionale".
Eppure, tutti noi siamo, troppo spesso, vittime inconsapevoli di questa "razionalità" (un'illusione).
Si può affermare che l'ipotesi della razionalità risulta comune alla stragrande maggioranza delle persone e che molti di noi sono convinti che molte delle decisioni prese trovino fondamento nella razionalità. Non è così.
Emerge che, molte volte, chi prende decisioni crede siano giuste e ragionate "razionalmente" ma non è così. Possiamo parlare di razionalità limitata di alcuni soggetti che a causa dei limiti del loro sistema cognitivo compiono scelte sicuramente non ottimali e che il più delle volte risultano appena soddisfacenti.Queste carenze nelle scelte decisionali il più delle volte sono dettate dalla mancanza di informazioni che possono influenzare positivamente le decisioni stesse ed in alcuni casi la mancata considerazione di alcuni dati in possesso.
Peso importante va dato anche alla mancanza di raccolta delle informazioni per tramite un vettore semplicissimo che si identifica nel linguaggio, ovvero nell'assunzione di informazioni e di scambio di opinioni con il personale.Non parlare con il personale (od avvalersi di questo) contribuisce a causare una notevole mole di errori o quantomeno a formare ambiguità interpretative.
Tutto questo comporta inevitabilmente una serie di errori nella stragrande maggioranza delle decisiooni che vengono prese e non deve stupire il fatto che chi di professione è costretto ad operare scelte, in situazioni di evidente carenza "informativa", sbagli regolarmente.
Ciò che francamente appare inammissibile è l'incapacità sovente dimostrata da parte dei dirigenti di ammettere una parte, anche modesta, degli errori commessi.Per giustificare scelte evidentemente sbagliate o non ne parlano più oppure invocano spesso comode cause esterne o dettate "dall'alto".Tutto ciò è perfettamente umano ma impedisce di ritrarre l'unico vero vantaggio associato agli errori: l'apprendimento che da essi si può trarre.
Quindi se il dirigente fosse più umile, ascoltasse e parlasse di più, si fidasse di più, sfruttasse di più le doti e le esperienze del personale, probabilmente la limitatezza razionale verrebbe meno con guadagno di stima e collaborazione; sicuramente tutti ne gioverebbero in serenità (l'importanza della serenità per meglio operare è stata ribadita e scritta anche da un recentissino Comandante dell'Arma).
Insomma: bisogna fare i conti non solo con la fallibilità del cervello ma anche con tutti i fattori che l'agevolano.
o.w.
IL CAPO (ogni riferimento è puramente casuale!)
Il capo comanda, ordina e decide.
Il capo ha sempre ragione (sopratutto quando ha torto).
Il capo è giusto (sopratutto quando è parziale).
Il capo è democratico (sopratutto quando si impone).
Il capo è bello (sopratutto quando non vuole visto).
Il capo è simpatico (sopratutto quando ne parlano male).
Il capo è educato (sopratutto quando non risponde al saluto).
Il capo non sbaglia mai (sopratutto quando è presuntuoso).
Comunque sia il capo è sempre capo.
Il capo ha sempre ragione (sopratutto quando ha torto).
Il capo è giusto (sopratutto quando è parziale).
Il capo è democratico (sopratutto quando si impone).
Il capo è bello (sopratutto quando non vuole visto).
Il capo è simpatico (sopratutto quando ne parlano male).
Il capo è educato (sopratutto quando non risponde al saluto).
Il capo non sbaglia mai (sopratutto quando è presuntuoso).
Comunque sia il capo è sempre capo.
Iscriviti a:
Post (Atom)