venerdì 25 dicembre 2009

Omelia del Giorno di Natale


Nati e rinati

Carissimi Figli,
questa notte un grido è risuonato: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Questo è il messaggio del Natale, questo è quello che abbiamo, ascoltato nel Vangelo di questa notte, questo è quello che abbiamo visto, adorato e contemplato nella culla di Betlemme, abbiamo visto un Bambino, segno dell’amore e della tenerezza: è il Salvatore, annunciato da secoli nella Sacra Scrittura.
Il mondo ha proprio bisogno di un Salvatore perché coloro che ci si sono provati nella storia, hanno fatto un fiasco solenne.
Penso ai vari salvatori dell'umanità che abbiamo conosciuto. E' incredibile che l'umanità abbia potuto produrre uomini come Adolf Hitler e che un pazzo di quel calibro abbia potuto trascinare dietro di sè milioni di persone con l'idea di rigenerare tutta l’umanità.
E' impensabile come uomini dalla folle criminalità di Giuseppe Stalin possano non soltanto essere accolti ma addirittura celebrati come realizzatori della giustizia sociale frutto di una rivoluzione, voluta dal popolo.
Eppure ha prodotto milioni di morti nascosti in fosse comuni e distrutto interi paesi sotto il profilo umano, religioso, politico, economico e culturale. C'è proprio da stupirsi che questi due signori abbiano trovato anche in casa nostra chi li ha celebrati e seguiti.
Venendo a noi, ho visto personalmente i frutti della guerra nei paesi balcanici. Ancora fischiavano le fucilate quando andai a Sarajevo a far Pasqua, ero il segretario dell’Ordinario Militare, con i nostri soldati che erano accorsi là. Perché anche il Papa aveva gridato "fermateli, andate, fermateli!". Preso Milosevic si è visto che cosa aveva combinato e come difendeva il suo popolo. Anche là: fosse comuni, torture e miseria. L'Albania, poi, è stato il primo paese a dichiararsi ateo nella propria costituzione. E se ne sono viste le conseguenze. E anche qui in Kosovo, non sono mancati atti di violenza estrema e di odio profondo, ed è il motivo ancora della nostra presenza. E quante guerre e difficoltà, mancanze di rispetto ci sono ancora sul pianeta, dalla mancanza di attenzione ai più poveri, migliaia di Bambini muoiono di fame ogni giorno, alle guerre civili, all’odio dilagante in Oriente … la mancanza di rispetto per il pianeta sul quale viviamo … dove siamo, dov’è la nostra intelligenza, il nostro amore ?
Stando così le cose ci sorge una domanda, c'è ancora spazio per la speranza? O siamo in un mondo di pazzi che passano di follia in follia illudendosi di essere nella verità e nell'onestà?
Dio cosa pensa? Ha da dirci qualcosa?
Eccolo, puntuale come sempre, con la sua Parola. "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine". (Is. 9, 1-6)
Dio ci ripete che il Principe della pace a cui ispirarsi è già venuto, ma senza spada e senza eserciti armati con strumenti di violenza, ma con la forza dell'amore. Un esercito di crocifissi, non di crocifissori, come direbbe Papa Benedetto.
La pace dipende dalla adesione a Lui. Un'adesione personale che produrrà pace secondo gli spazi della nostra area di azione.
Il tuo spazio potrebbe essere quello della tua famiglia, della tua parentela, del tuo lavoro, della tua parrocchia in cui potresti dichiarare guerra e con le armi a disposizione, non fosse altro che con la lingua, rendere operativo un piano strategico preciso: far fuori almeno moralmente il nemico.
Ognuno è chiamato ad essere operatore di pace nel suo mondo. L'umanità è un corpo fatto di cellule. Ogni cellula deve restare in perfetta salute e collaborare con le altre al benessere di tutti.
La pace non si fonda né sui trattati né sugli armistizi, ma “sugli uomini di buona volontà”.
Quel “Bambino che è nato per noi” ci rinnova la sua proposta di pace anche quest'anno. Se gli obbediremo e “diventeremo come bambini” che non hanno un passato, che li appesantisce e li invecchia, ma solo guardano avanti per costruire un futuro secondo il Suo volere, faremo ancora una volta sentire all'umanità la gioia di rinascere, il profumo della culla.
Poveri di tutto, ma non miseri. Ci potrà mancare la comodità di una culla, ma non l’amore dei nostri genitori, possiamo fare a meno di tutto ma non della nostra mamma e del nostro papà e del loro amore che ci ha cresciuti.
Siate così per i vostri figli, siatelo per le persone che servite, siatelo come Carabinieri.
Il “Bambino di Betlemme” come direbbe San Francesco ci riscaldi il cuore e ci faccia essere veri costruttori di Pace.
BUON NATALE !

1 commento:

  1. ...purtroppo, ne sono nati e ancora ne nasceranno, la volontà di sterminio ha prevalso sulla speranza e stà avendo ragione, ma con la fede non la perderemmo, è linfa del nostro vivere.

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