
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
COMMENTO:
Carissimi AMICI,
il Vangelo di questa domenica ci mette davanti agli occhi due povere vedove.
L'ospitalità della prima viene compensata dal miracolo di Elia (1a lettura) e l'umile generosità della seconda merita da Gesù un elogio che non ha l'eguale. La loro generosa prestazione è ancora più notevole se la si confronta con l'atteggiamento dei ricchi che, quasi a contrasto, il racconto oppone ad esse: da una parte (1a lettura) l'empia regina Gezabele che vive nel lusso e nella ricchezza disprezzando i poveri (1 Re 21), dall'altra i ricchi scribi che «divorano le case delle vedove» e sono sempre alla ricerca dei primi posti.
La parola del Signore e il comportamento della vedova portano facilmente la nostra considerazione sul senso della ricchezza e della povertà.
«La santa Chiesa, come fin dalle sue prime origini, unendo insieme l’ "agape" con la Cena eucaristica si manifestava tutta unita nel vincolo della carità attorno a Cristo, così, in ogni tempo, si riconosce da questo contrassegno della carità, e, mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile. Perciò la misericordia verso i poveri e gli infermi e le cosiddette opere caritative e di mutuo aiuto, destinate ad alleviare ogni umano bisogno, sono tenute dalla Chiesa in particolare onore».
Abbiamo visto la gioia dipingersi sul volto del Maestro nel notare il gesto d'amore della donna. Sostiamo in silenzio, pensando alla settimana che ci aspetta: noi di certo non siamo chiamati in questo momento, a dare tutto quello che abbiamo, però ci sono ogni giorno piccoli gesti che ci pesano, che sembrano troppo faticosi: possiamo offrire quelli!
Offriamo volentieri queste piccole cose, sapendo che Gesù è attento ad ogni gesto, anche il più piccolo.
Buona Domenica e Buona Settimana.
Vostro
don Marco
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