venerdì 20 novembre 2009

21 novembre FESTA della VIRGO FIDELIS



Carissimi,
domani è la nostra Festa patronale la "VIRGO FIDELIS", non farla passare senza fermarti un'attimo a pensare alla tua vita di Uomo, Cristiano e Carabiniere.
Ti aspetto alla S. Messa Solenne delle ore 19.00.

E ora contempliamo un po’ più da vicino il valore e l’esemplarità spirituale della nostra Patrona, meditando sulle parole del Vangelo che abbiamo ascoltato.

“ Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?…Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (cf Mc 3,33-35).
Con questa frase Gesù, dimostrando una sovrana libertà di spirito e una grande franchezza, scoraggia il suo parentado dal ritenere che i legami di sangue con lui potessero costituire una fonte di privilegi e di vantaggi terreni.
Ai suoi occhi ciò che determina il valore vero di una persona è la capacità di affidarsi con generosità e senza riserve al disegno del Padre.
Enunciando questo principio, egli ci rivela anche le ragioni della più autentica grandezza della madre sua.
“ Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45), aveva detto di lei Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo che legge nei cuori. La fede di Maria in verità è stata sempre limpidissima e non è venuta mai meno.
La fede di Maria è quella fede nella potenza divina e nella misericordia del Figlio, che a Cana la rende sicura del prodigio che sarà operato, perché dalla mancanza di vino non sia rovinata una festa di nozze; e le fa dire con tranquilla risolutezza: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). A questa fede sul Calvario, mentre tutti si erano smarriti e non credevano più, il suo animo appassionato e puro dà l’ultimo sicuro rifugio: la fede di Maria è la sola luce che ancora risplende nel buio opprimente del Venerdì Santo.
E non è, la sua, una fede soltanto intellettuale: è la fede operosa di chi è deciso a compiere senza titubanze la volontà del Signore. E’ la fede obbediente che è tutta racchiusa ed espressa nel suo “fiat”, pronunciato nell’ora serena dell’annunciazione e inverato in un’intera esistenza di pena: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).
In questa totale adesione alla missione che le viene affidata, Maria non abbandona nessuno: non abbandona i poveri sposi di Cana che erano nei guai; non abbandona il suo Figlio amato nel giorno tremendo della sua passione; non abbandona la Chiesa nascente che, piena d’ansia e di timore, è radunata nel cenacolo in attesa dello Spirito consolatore e confortatore.

Ti aspetto.
Con l'Amicizia di cui sai
tuo don Marco

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